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FRANCESCO TRABUCCO: “IL DESIGN SERVE A FAR STARE BENE E A VENDERE”

24/11/2015 - (e.d.) – “Non è solo moda, il design. Quando parliamo di design estetico, va considerato che l’essere umano da sempre si è attorniato di oggetti che considera belli. Gli oggetti di design ci fanno stare bene, così come contemplare una cosa bella. Per questo li acquistiamo”. Così Francesco Trabucco, uno dei maggiori designer d’Italia, professore ordinario di disegno industriale presso il Politecnico di Milano e architetto, durante il workshop di ieri sera in via Zeni, davanti a imprese, professionisti, giovani designer trentini e agli studenti del MADE ++ e della Libera Accademia di Belle Arti di Torbole. Ad introdurlo, per Trentino Sviluppo, c’era Monica Carotta, direttrice dell’Area Sviluppo Imprese: “Il design aiuta le aziende a accompagnare un prodotto sul mercato, comprendendo più facilmente dove e come venderlo”.

Che il design esista sempre dietro a qualsiasi prodotto ci ha tenuto a chiarirlo subito, Francesco Trabucco, presentando il suo ultimo libro che s’intitola proprio “Design”: «Chiunque voglia vendere un prodotto lo progetta e in questa progettazione si cela il dare senso a un oggetto, la decisione strategica che più o meno consapevolmente tutte le aziende prendono, con o senza un designer, e che non è per forza di cose soltanto estetica».
Qui, per Trabucco, si innesta la dialettica tra la funzionalità di un oggetto e la sua bellezza: «Un oggetto e un prodotto industriale devono avere una funzione, altrimenti sarebbero, se si vuole essere ottimisti, forse delle opere d’arte; certo non di design. Al tempo stesso, però, il prodotto di design è anche bello e non solo per moda. Attorniarsi di oggetti belli all’essere umano è sempre piaciuto, anche quando non esistevano le industrie e la produzione era tutta artigianale. Essere in un ambiente piacevole ci fa stare bene, per questo preferiamo acquistare oggetti belli».
La filosofia del progetto promosso da Trentino Sviluppo e dentro il quale si colloca il workshop con Francesco Trabucco, come ha spiegato Monica Carotta, direttrice dell’Area Sviluppo Imprese, «consiste proprio nell’accompagnare fin da subito le aziende a proporre un proprio prodotto sul mercato, risparmiando tempo su eventuali aggiustamenti o correzioni una volta che un oggetto sia arrivato sugli scaffali. Il design è anche marketing, packaging, consapevolezza del dove e da chi un oggetto potrà essere acquistato».
Francesco Trabucco è presidente della Commissione del concorso Trentino Design 3.0, ideato da Trentino Sviluppo in collaborazione con il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano e il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento che proprio nei giorni scorsi ha chiuso le adesioni ad una cifra record di 224 candidature da parte di designer e progettisti provenienti da 23 Paesi di tutto il mondo, dall’Australia al Brasile, passando per Cile, Stati Uniti, Inghilterra e Taiwan.
L’obiettivo del concorso è quello di creare una filiera a “km 0” per cui i designer selezionati troveranno nelle aziende trentine che hanno commissionato loro dei prodotti sia le “mani” che realizzeranno quegli oggetti sia il circuito commerciale che li metterà sul mercato.
Al netto di quest’occasione offerta ai professionisti del design, secondo Francesco Trabucco il problema è che oggi in Italia ci sono pochi finanziamenti al settore: «Occorre tentare sempre di vincere i bandi europei – ha spiegato – perché il nostro Paese non investe. Questo è un problema, perché a produrre materiali a basso costo ci pensano già altri Paesi, mentre per i nostri oggetti la soluzione potrebbero essere proprio la qualità e la creatività del design. Anzi, dirò di più: si sente spesso invocare il design come la salvezza della nostra economia, poi però non gli si dà la chance di fare davvero la differenza».
Nonostante questo sono molti i giovani che tentano questa strada: «Certo, perché ci sono dei designer che sono diventati una sorta di star, e questo ha un suo fascino. Ma anche perché ci sono tanti creativi».

Ai giovani presenti in sala Trabucco ha poi presentato il proprio libro, con un excursus a sfondo storico su che cosa il design sia e sia stato, differenziando l’architettura codificata della Grecia antica dall’attuale design leggero, versatile e senza regole, passando per la Torre Eiffel progettata per l’Esposizione universale di Parigi del 1889, i primi grattacieli, la nascita di Kodak e Braun che in Germania vollero dei designer per progettare i loro prodotti, le macchine da scrivere, lo stile “vintage” che oggi recupera alla contemporaneità veicoli come le Mini, le 500, il Maggiolino. Fino all’idea che il design permei molti aspetti della vita di negozi, attività, aziende: «E’ design il piatto di un ristorante disposto in un certo modo - ha concluso - quanto il profumo ricercato che si può respirare nell’aria di un negozio di moda. Il design è il sale dei prodotti, ne sono ogni giorno più convinto».

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