Trentino, un’isola felice con una forte vocazione internazionale
Alto tenore di vita, qualità del sistema formativo, propensione all’innovazione: sono solo alcuni degli elementi che rendono il Trentino un territorio d’eccellenza, quasi un’isola felice dove anche le imprese hanno dimostrato di aver saputo cogliere i cambiamenti globali guardando all’estero come naturale prolungamento delle proprie attività. Oggi sul territorio trentino si contano infatti circa 1.200 imprese esportatrici che generano un turnover pari a
3,4 miliardi di euro.
I dati diffusi dall’Istat, non c’è dubbio, confermano questa vitalità: nel terzo trimestre 2017 le esportazioni, che in valore complessivo hanno raggiunto 893 milioni di Euro, hanno fatto registrare un
aumento del 9,7% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, testimoniando che il tessuto produttivo trentino, in questa fase di lenta ripartenza dell’economia italiana, ha saputo intercettare la ripresa e ha aumentato la propria capacità di confrontarsi con successo sui mercati internazionali mostrando un dinamismo superiore all’area del Nord-Est (+5,7%) e al Paese (+6,1%) nel suo complesso.
Nello stesso periodo il valore delle importazioni delle merci trentine è risultato pari a
555 milioni di Euro, registrando un
incremento del 6,3% su base tendenziale. Ne risulta un
saldo commerciale positivo per 338 milioni di euro, in aumento di circa 16 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2016.
Cosa si esporta?
Le esportazioni sono costituite principalmente da prodotti dell’attività manifatturiera (96,2% del valore complessivo). La quota maggiore è da attribuire ai
“macchinari ed apparecchi” (19,4%), seguono i “prodotti alimentari, bevande e tabacco” (17,7%), i “mezzi di trasporto” (14,8%), le “sostanze e i prodotti chimici” (9,2%) e il “legno, prodotti in legno, carta e stampa” (8,2%). Complessivamente questi cinque settori rappresentano più del 69% delle esportazioni.
Dove si esporta?
Con riferimento alle maggiori aree geografiche di destinazione delle merci trentine,
l’Unione europea (28 Paesi) ha assorbito nel terzo trimestre 2017 poco più del 66% delle esportazioni; dalla medesima zona è derivato l’80% delle importazioni. L’Unione europea rappresenta quindi la principale direttrice per l’interscambio di merci con l’estero; nello specifico, si evidenzia un aumento rispetto al terzo trimestre del 2016 sia nelle esportazioni (+8,9%) sia nelle importazioni (+4,1%).
La graduatoria dei principali Paesi per valore di export è guidata, ancora una volta, dalla Germania che rappresenta, anche per prossimità geografica e culturale, il principale partner commerciale verso il quale si sono dirette merci per un valore superiore ai 147 milioni di euro, pari al 16,5% delle vendite effettuate sui mercati internazionali. Seguono gli Stati Uniti con circa 95 milioni di euro (pari al 10,6% delle esportazioni complessive) e il Regno Unito con 88 milioni di euro (da segnalare che, nonostante la Brexit, le esportazioni oltremanica sono cresciute del 17,5% rispetto al terzo trimestre 2016).
Su quali mercati puntare per il futuro?
Se da un lato la forte dipendenza dai mercati germanofoni è comprensibile, dall’altro comporta una certa dose di rischio pertanto è necessario che le stesse imprese diversifichino i loro mercati di riferimento e rendano eterogenee le proprie quote di mercato oltre confine.
L'economia mondiale registra incrementi anche significativi, bisogna pertanto cogliere questa opportunità e guardare soprattutto ai mercati extra europei in particolare a quelli geograficamente più ad Est. Un Paese strategico e particolarmente attrattivo per i prodotti italiani è la Russia, che a dispetto delle sanzioni applicate, lo scorso anno è tornata ad importare con vigore in particolare proprio dal Trentino (+55,6%). A causa delle sanzioni la Russia si è trovata a dover accelerare il processo di ammodernamento con un crescendo di interesse e investimenti su innovazione e tecnologia, due direttrici su cui il know-how italiano può inserirsi con successo attraverso partnership fondate sul “Made with Italy”.
Altro mercato da tenere sott’occhio per la sua crescita ormai esponenziale è quello cinese, dove nell’ultimo anno si è registrato un aumento delle esportazioni dal Trentino pari al 13,5%.
Est Europa, Brasile, Marocco, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Turchia e Iran sono invece le aree di sbocco emergenti verso le quali l’interesse delle aziende trentine si è intensificato negli ultimi anni ma su cui ancora si devono registrare performance significative.
Le mosse tattiche per un export di successo
Per poter affrontare la concorrenza internazionale ed entrare con successo nei mercati esteri le imprese sono chiamate non solo a migliorare costantemente il proprio know-how (la flessibilità è peraltro un grosso vantaggio che le imprese locali già possiedono), ma soprattutto per le piccole imprese, è sicuramente una decisione saggia quella di cooperare con altre aziende magari della stessa filiera per poter offrire prodotti e servizi congiunti e beneficiare delle economie di scala che solo l’unione può generare.
Le azioni messe in campo dalle istituzioni locali e nazionali per favorire l’internazionalizzazione e supportare le aziende nell’accesso ai nuovi mercati possono rivelarsi in tal senso uno strumento molto utile di cui vale la pena approfittare. La possibilità di essere assistiti nello sviluppo di un progetto di export ed essere informati sugli strumenti a propria disposizione per poterlo fare è infatti un’occasione che troppo spesso viene sottovalutata e che invece potrebbe fare la differenza nella competizione sul mercato globale.
I Roadshows tenutisi a Trento nel 2016 e a Bolzano nel 2017 organizzati da ICE con la partnership di tantissimi altri enti e istituzioni, tra cui Sace e Simest, sono un esempio di quello che le istituzioni possono fare per le aziende che vogliono internazionalizzarsi e che possono usufruire del loro supporto in tutte le azioni da compiere per un export di successo, tra cui le ricerche di mercato, l’organizzazione di viaggi imprenditoriali o di missioni di sistema (outgoing), il ricevimento di delegazioni estere (incoming), la partecipazione alle principali fiere internazionali di settore, la partecipazione a workshop e seminari, la promozione presso punti vendita/GDO, l’organizzazione di incontri B2B, solo per citarne alcune.
Ricordiamo inoltre che sul piano finanziario le imprese trentine possono contare sulla Legge provinciale 13 dicembre 1999, n. 6 art. 7 e art. 24 sexies che finanzia tra l’altro la partecipazione a fiere internazionali e l’acquisto di servizi di consulenza specialistici.