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Quali opportunità per le imprese trentine nei paesi dell’ASEAN

L’ASEAN (Association of South-East Asian Nations, Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico), l’organizzazione politica, economica e culturale tra alcuni Paesi del sud-est asiatico si costituisce nel 1967, con l’obiettivo di promuovere la cooperazione, l’assistenza reciproca, il progresso economico e la stabilità della Regione.
I Paesi aderenti sono: Birmania, Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malesia, Singapore, Thailandia, Vietnam e Timor Est.
L’ASEAN è oggi un mercato unico integrato con l’economia internazionale e rappresenta la settima economia a livello mondiale, la quarta potenza esportatrice ed è posizionata al terzo posto in termini di popolosità, infatti quest’area del sud-est asiatico ha circa 630 milioni di abitanti ed un prodotto interno lordo in crescita del 5% negli ultimi anni.
L’ASEAN è il terzo partner commerciale dell’Unione Europea, dopo Stati Uniti e Cina, con uno scambio bilaterale annuo di merci per un valore di oltre 200 miliardi di euro. A sostegno del commercio internazionale, nel 2007, tra le due Aree, sono stati avviati accordi di libero scambio a livello regionale, interrotti poi nel 2009 per lasciare spazio a negoziati bilaterali con i singoli Paesi, concepiti come base fondamentale per un futuro accordo di tipo regionale. A livello bilaterale, l’UE negli anni ha avviato i negoziati con Singapore e Malesia (nel 2010), Vietnam (nel 2012), Tailandia (nel 2013), Filippine (nel 2015) e Indonesia (nel 2016). Sono, invece, in corso le trattative per un accordo di protezione degli investimenti con il Myanmar. Tra i diversi negoziati avviati, per il momento si sono conclusi positivamente quelli con Singapore (a ottobre 2014) e con il Vietnam (a dicembre 2015).
Il rapporto tra Unione Europea ed ASEAN appare abbastanza naturale: entrambe condividono la stessa visione di integrazione regionale come mezzo per rafforzare pace e stabilità, sviluppare prosperità e affrontare le sfide globali. L’Unione infatti vede l’ASEAN un partner importante per affrontare insieme le sfide politiche, economiche e sociali del nostro tempo ed inoltre un’area strategica per raggiungere anche altre mete dell’Asia.

L’ASEAN è considerata una delle aree del mondo a maggior potenziale di sviluppo. Le imprese italiane presenti nell’area sono oltre 400, la maggior parte delle quali localizzate a Singapore, hub logistico-commerciale e piattaforma di servizi per l’intera Regione. Grazie ai bassi costi della manodopera, all’ambiente economico favorevole agli investitori esteri e alla discreta dotazione infrastrutturale, risultano attrative per le imprese italiane anche Indonesia, Malaysia e Vietnam. Queste ultime insieme a Filippine e Thailandia offrono anche opportunità dal punto di vista dei consumi, grazie alla crescita del reddito disponibile e all’emergere di una nuova classe consumatrice con elevata capacità di spesa e gusti globali.
In questa Area, l’Italia, nel 2017, ha esportato un volume di merci pari a circa 8 miliardi di euro, di cui circa 50 milioni di euro sono in capo alla provincia di Trento. Queste ultime sono state guidate dall’industria manifatturiera che nel 2017 ha registrato un fatturato di 49 milioni di euro (+0,02% rispetto al 2016), a seguire il settore dell’agricoltura e della pesca con 72.478 euro e quello del trattamento dei rifiuti e risanamento con 46.195 euro.
Nel dettaglio i prodotti esportati nell’Area da parte delle aziende della provincia di Trento sono stati: apparecchi elettrici con un fatturato annuo di 2.375.008 euro, chimici con un fatturato di 5.771.719 di euro, i mezzi di trasporto con un fatturato di 8.842.947 di euro, macchinari e apparecchi n.c.a. che volano a oltre 22 milioni di euro di fatturato e chiudono i prodotti alimentari, bevande e tabacco con una quota di fatturato pari a 5.750.815 di euro. Comparti come tessile, petrolifero e metalli – tra gli altri - sono, invece, residuali ed esportano tutti insieme merci per un totale di poco più di 1 milione di euro.
Se è pur vero che l’intera area dell’ASEAN - dove peraltro si sta rafforzando la stabilità finanziaria e politica, garantendo così rapporti commerciali duraturi - rappresenta un grosso potenziale per le imprese trentine e per l’Italia intera, nella realtà dei fatti tale potenziale non è stato ancora sfruttato appieno. Il nostro Paese è infatti rimasto indietro rispetto agli altri grandi concorrenti europei, e l’export è stato concentrato prevalentemente sui settori dei macchinari, della chimica e dei prodotti petroliferi mentre ci sono abbondanti margini anche nei settori della moda e dell’agroalimentare.
Soprattutto ora che da occidente spirano venti protezionistici, allargare gli orizzonti ed intensificare gli scambi commerciali ad oriente può essere una scelta strategica da non sottovalutare.



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