L’innovazione a due ruote protagonista ieri, martedì 10 luglio, in Progetto Manifattura con il ciclista dei record Francesco Moser e il vicepresidente Olivi
11/07/2018 -
La
bicicletta del futuro? Sarà tecnologica, amica dell’economia
locale e attenta alle diverse esigenze di chi la utilizza. A
sostenerlo il campionissimo Francesco Moser e il vicepresidente della
provincia Alessandro Olivi, protagonisti ieri, martedì 10 luglio, in
Progetto Manifattura a Rovereto, di un approfondimento culturale
interamente dedicato alla due ruote. I lavori sono cominciati nel
pomeriggio, con un workshop a cui hanno partecipato 40 esperti della
bikeconomy trentina, espressione dei diversi mondi della ricerca,
dell’impresa, del turismo e della pubblica amministrazione. Tra i
macro-trend emersi, l’implementazione della bici elettrica come
mezzo per favorire l’invecchiamento attivo della popolazione e la
costruzione di modelli di trasporto pubblico sempre più integrati ed
efficienti. A seguire, appuntamento al cinema, con la proiezione del
docufilm “Scacco al tempo”, coinvolgente biografia dello
“Sceriffo” di Giovo, il ciclista italiano con il palmares più
ricco di sempre che, con cardiofrequenzimetri, ruote lenticolari,
occhiali da gara e abbigliamento aerodinamico, è stato un vero e
proprio pioniere dell’utilizzo della tecnologia in pista.
“La
bicicletta del futuro? Al pari delle auto avrà il cambio
automatico!” a sostenerlo – ieri, martedì 10 luglio in Progetto
Manifattura a Rovereto nella serata-evento su ciclismo e innovazione
a lui dedicata – il campionissimo Francesco Moser. Accanto a lui,
il vicepresidente della provincia Alessandro Olivi, che ha ricordato
come il Trentino – con i suoi 400 chilometri di piste ciclabili,
500 itinerari per la mountain bike e oltre 2 milioni di passaggi
turistici l’anno legati alla due ruote – sia un territorio amico
della bikeconomy. “L’uso della bicicletta – ha detto –
incentiva la diffusione di stili di vita più sani e sostenibili,
favorendo al contempo lo sviluppo di nuove professioni e promuovendo
modelli di business circolari legati al turismo, ai servizi, ai
trasporti e all’industria dello sport”. Proprio con riferimento a
quest’ultimo settore, in Progetto Manifattura operano oggi una
decina di piccole e medie imprese, impegnate a rendere l’utilizzo
della bici sempre più confortevole ed integrato grazie all’ausilio
di trolley-carrello leggerissimi, antifurto intelligenti che
sostituiscono catenaccio e lucchetto con un minuscolo geo
localizzatore, app per il trasporto di pacchi condiviso e
biglietterie online che, con un solo clic, permettono di caricare la
propria due ruote sui mezzi pubblici.
Una
vera e propria rivoluzione tecnologica che investe in egual misura
ciclisti professionisti e amatori.
“Quando
ho iniziato a correre – ricorda Moser che, con le sue 273 vittorie
su strada è il ciclista italiano con il palmares più ricco di
sempre – ero il ragazzo più invidiato del paese, perché a quei
tempi avere una bicicletta era un lusso che non tutti potevano
permettersi. Anche il mondo del professionismo era profondamente
diverso rispetto a quello di oggi e la potenza fisica dell’atleta
rivestiva un ruolo centrale”. E a contribuire in maniera decisiva
al suo ammodernamento proprio lo “Sceriffo” di Giovo che, per
primo, introdusse l’utilizzo in gara delle ruote lenticolari, del
manubrio a corna di bue per facilitare le discese, degli occhiali,
dell’abbigliamento aerodinamico e del cardiofrequenzimetro.
Innovatore dunque negli strumenti, ma anche nei metodi di lavoro:
Moser fu infatti pioniere degli allenamenti diversificati, della cura
dell’alimentazione dell’atleta e di un’organizzazione della
squadra che valorizzasse maggiormente i gregari. “Oggi – dice il
campione – la macchina in avanscoperta può interagire in tempo
reale con i corridori, dando loro informazioni utili sulle condizioni
del tracciato. Grazie a dei minuscoli sensori che misurano la
temperatura corporea e monitorano la performance, inoltre, l’atleta
sa subito se deve coprirsi o correggere il tiro. I cambiamenti però,
non riguardano solo le competizioni. Penso per esempio alla bici
elettrica, grazie alla quale anche gli anziani possono ancora
passeggiare immersi nella natura come quando erano ragazzi”. E
l’utilizzo della bicicletta come mezzo per facilitare
l’invecchiamento attivo di una popolazione europea sempre più
anziana è stato al centro anche del workshop sulla bikeconomy del
pomeriggio di ieri, durante il quale, sempre nella cornice di
Progetto Manifattura, una quarantina di esperti, espressione della
pubblica amministrazione, dei centri di ricerca, del turismo e delle
imprese trentine, si sono confrontati sugli scenari futuri della
mobilità a due ruote di qui a dieci anni. Tra le preoccupazioni
emerse, quelle legate all’integrazione tra il trasporto pubblico e
le biciclette intelligenti e all’implementazione delle strutture
per la gestione delle batterie elettriche, per esempio per la
ricarica veloce, l’assistenza tecnica in caso di guasto e lo
smaltimento una volta esaurite.
Principale punto di forza per
il prossimo decennio sarà invece, secondo gli esperti, la
costruzione di progetti di ricerca accademico-industriale integrati,
per mettere a fattor comune le diverse conoscenze già presenti sul
territorio: dagli scienziati agli startupper, passando per i gestori
delle reti di trasporto pubblico.
La
giornata si è conclusa con la proiezione del docufilm “Scacco al
tempo”, coinvolgente intreccio tra le vicende umane e professionali
di Francesco Moser, prodotto da FilmWork e Tipota Movie Company, in
associazione con Michelangelo Film e con il supporto di Trentino Film
Commission.