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Trentino e Medio Oriente, una liasion ad alto potenziale di crescita

Due realtà territorialmente distanti e distinte, Trentino e Medio Oriente, ma tra le quali esiste un’intensa relazione commerciale le cui potenzialità di sviluppo futuro sono ancora più interessanti.

Con il termine Medio Oriente si indica un territorio molto vasto che comprende ben 17 nazioni: Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Kuwait, Bahrein, Iran, Iraq, Siria, Israele, Palestina, Giordania Libano, Yemen, Oman, Azerbaijan, Armenia, Georgia.

L’area mediorientale ospita i maggiori giacimenti di petrolio e gas naturale al mondo e anche se da diversi anni molti di questi Paesi stanno puntando ad affrancarsi dalla dipendenza dalle commodities rafforzando i settori già esistenti o creando ambiti economici del tutto nuovi all’insegna della “diversificazione”, ad oggi sono per lo più ancora quasi totalmente dipendenti dalle importazioni dall’estero. Dagli alimenti alle bevande, dai macchinari ai medicinali, fino ai materiali edili e perfino ai lavoratori, tutto ciò che serve per il loro sviluppo deve essere importato.

Secondo l’Istat, nel 2017 le imprese trentine vi hanno esportato merci per un valore di 114.258.022 € di cui oltre il 93% (106.843.137  €) erano prodotti delle attività manifatturiere. Gli attuali interscambi tra il Trentino e questi Paesi infatti sono legati principalmente a grandi realtà industriali del settore meccanico, che vi esportano soprattutto macchinari ed apparecchiature. Il principale cliente è stato l’Iran (29.138.672 €), seguito da Israele (25.018.275 €), Arabia Saudita (16.559.778 €), Emirati Arabi Uniti (13.196.894 €), Iraq (9.903.344 €) e Qatar (4.352.663 €).

Nel primo semestre 2018 l’export totale è stato pari a 50.844.794 €, in calo del -7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (54.826.652 €). I principali partner si confermano Israele (12.928.499 €), che fa fatto registrare una crescita del 5,3% rispetto al primo semestre del 2017, Iran (10.835.238 €) che invece è in flessione del -21,3% ed Emirati Arabi Uniti (6.913.360 €), in crescita del 4,8%. Seguono Arabia Saudita (5.308.482 €) ed Iraq (2.872.698 €), entrambi in flessione rispettivamente del -28,5% e -25,7%, mentre le esportazioni verso il Qatar (2.541.846 €) sono quasi raddoppiate (+102, 9%).

Il clima di incertezza geopolitica e il ritorno al protezionismo in ambito commerciale che attualmente regnano sovrani sulla scena internazionale hanno certamente influito negativamente sulle esportazioni in alcuni di questi Paesi, ed in particolar modo in Iran.

L’8 maggio 2018 Donald Trump ha infatti annunciato l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul programma nucleare dell’Iran che comporta l’automatica reintroduzione di tutte le sanzioni statunitensi revocate o sospese ed impone, contemporaneamente, nuove sanzioni contro le aziende e i cittadini iraniani. La questione, tuttavia, ha una portata molto più ampia poiché ad essere coinvolte sono anche le imprese e gli Stati terzi che intrattengono relazioni con l’Iran e che, contestualmente, operano anche con gli USA.  Basandosi sul principio di “extraterritorialità” delle leggi americane, gli Usa ritengono infatti di poter sanzionare le imprese anche non americane che fanno affari con Paesi sotto embargo se poi hanno anche rapporti con gli Stati Uniti o se usano i dollari per le transazioni. Nonostante l’Unione Europea stia cercando di ripristinare un vecchio regolamento, il cosiddetto “Regolamento di blocco”, che neutralizzerebbe gli effetti delle sanzioni statunitensi sugli operatori economici dell’UE che svolgono attività lecite con Paesi terzi, è indubbio che sia stata proprio questa situazione venutasi a creare sullo scacchiere internazionale ad aver frenato i rapporti con Teheran. Nonostante tutto per le imprese trentine la vecchia Persia rimane un partner importante con cui continuare a coltivare le relazioni già allacciate e se possibile ad intraprenderne di nuove.

Prospettive di crescita molto interessanti si aprono invece sul versante emiratino e su quello qatarino. La “oil economy” su cui si reggono ormai da decenni Emirati Arabi Uniti e Qatar ha generato una grande ricchezza che nel tempo ha permesso – e permette tuttora – a consumatori affascinati dai prodotti europei di spendere per la qualità. Il Made in Italy in particolare, declinato trasversalmente in ogni settore, è molto apprezzato. L’Italia è considerata un’icona di qualità, stile, cultura, tradizione. Il Brand Italia esprime, pertanto, un grande valore aggiunto intangibile ed ha notevole appeal per gli UAE. Gli italiani, di conseguenza, sono “portatori sani” di tutti i valori che loro stimano, apprezzano ed ammirano. Tale condizione comporta di base un sostanziale vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza che arriva da tutto il mondo.

Il contesto economico dell’area, inoltre, si sta vivacizzando moltissimo con l’approssimarsi dell’esposizione universale che fra il 20 ottobre 2020 e il 10 aprile 2021 verrà ospitata a Dubai, la quarta destinazione turistica del mondo dopo New York, Londra e Hong Kong, e dei Campionati mondiali di calcio che si disputeranno nel 2022 in Qatar.

All’EXPO 2020, ad esempio, sono attesi 25 milioni di visitatori, il 71% dei quali proverrà da Paesi diversi da quello ospitante: questo significa che gli Emirati Arabi Uniti dovranno essere pronti ad accogliere oltre 17 milioni di turisti. Ingenti, quindi, saranno i fondi che dovranno essere investiti nei prossimi anni nel comparto delle infrastrutture e dei trasporti, nel settore ospitalità e immobiliare e nel campo della produzione e distribuzione di energia. Ambiti in cui si aprono grandi possibilità di business per le imprese italiane, ed in particolare per quelle trentine che eccellono proprio in questi settori.

La sfida risiede quindi non solo nello stimolare l’export tradizionale di macchinari e attrezzature e nel soddisfare la domanda dei consumatori di fascia alta per i beni di consumo quali gioielli, abbigliamento di marca e auto di lusso, ma soprattutto nel trovare spazio per mettere a disposizione know how in settori quali le costruzioni, le telecomunicazioni, l’energia e le risorse idriche, la formazione amministrativa, la salute, l’aerospazio, le energie rinnovabili, la protezione ambientale, l’agroalimentare, oltre alle attrezzature turistiche e commerciali.

Una sfida che le imprese trentine, da sempre attente all’innovazione e alla produzione di beni di eccellenza, sapranno affrontare con determinazione e competenza, e che non mancheranno certamente di vincere.



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